“L’economia globale si trova oggi a un punto di svolta. Fino all’inizio del 2018 abbiamo assistito a una crescita importante ma nel prossimo futuro è plausibile aspettarsi un rallentamento, anche a causa di fattori quali l’inflazione nei principali mercati, gli aggiustamenti delle politiche monetarie e fiscali dei governi e il deprezzamento della valuta a cui sono soggetti gran parte dei paesi emergenti,” spiega Claudio Bertone, Equity Partner Deloitte e Responsabile per il settore Retail. “Per i retailer questo si tradurrà in un rallentamento della spesa e un aumento dei prezzi per i beni di consumo ma anche in difficoltà nella gestione di supply chain globali”.
I primi dieci retailer al mondo contribuiscono per il 31,6% al fatturato complessivo generato dai 250 maggiori retailer al mondo. Wal-Mart, Costco e The Kroger confermano la loro posizione sul podio della Top 10. Il movimento più significativo è quello di Amazon, che si posiziona al quarto posto in classifica, a un’incollatura da The Kruger, e guadagna due posizioni rispetto al Fiscal Year 2016 sospinto da una costante crescita a doppia cifra (25,3%), ancor più considerevole se paragonata alla crescita registrata in media dalla Top 10 (+6,1% YoY).
Le aziende presenti nella Top 10 crescono comunque a un ritmo più elevato rispetto al resto della classifica (rispettivamente del 6,1% contro il 5,7% complessivo), sebbene, in termini di marginalità si registri una lieve contrazione sull’anno precedente e una performance inferiore alla media della Top 250, rispettivamente di 3% e 3,2%.
Il maggior numero di realtà che trovano posto nella Top 250 provengono dall’Europa: cresce, infatti, da 82 a 87 il numero di aziende che hanno sede nella regione e tre di esse rientrano anche nella Top 10 (Schwarz, Aldi Einkauf, Tesco PLC, mntre il resto sono colossi statunitensi). Due terzi del fatturato dei retailer in Europa proviene da Germania, Regno Unito e Francia.
La Germania è casa delle imprese più grandi, che con una dimensione media di 24,7 miliardi di dollari superano di gran lunga la media di 18,1 miliardi di dollari delle imprese presenti nella Top 250. La Francia, invece, spicca per l’internazionalizzazione con aziende che operano in media in 29,2 paesi.
“Anche per i retailer italiani si registra, nell’anno chiuso entro il 30 giugno 2018, un andamento nel complesso positivo”, conclude Bertone. “Tutti i quattro player italiani presenti nella Top 250 dei big della distribuzione registrano un avanzamento in classifica: Coop si conferma il primo distributore italiano, collocandosi al 71esimo posto; seguono Conad e Esselunga che si piazzano rispettivamente al 73° (+5 posizioni rispetto al FY 2016) e al 121° (+10 rispetto al FY 2016) posto; chiude Eurospin che avanza di ben 19 posizioni collocandosi al 168° posto della Top 250”.