L’eCommerce in Germania cresce molto rapidamente, e il Paese sta occupando in fretta il posto che gli spetta come potenza regionale, in virtù della sua numerosa popolazione e dello stile di vita generalmente alto, sostenuto da eccellenti infrastrutture.
Come sottolinea Katrin von Abrams, autrice del Report “Germany eCommerce 2019”, tanto sul fronte della domanda (i consumatori) quanto su quello dell’offerta ci sono pochi dubbi sui futuri sviluppi di un settore che è già al di sopra della media europea. Tuttavia permangono degli ostacoli, legati in particolare alla diffusa diffidenza di fondo nei confronti del data sharing e della transazioni digitali che complessivamente tendono a rallentare il comparto.
Un ricerca di PostNord, operatore logistico dei paesi scandinavi, il tasso di crescita degli acquirenti online in Germania si è aggirato intorno alla meta di quello medio europeo: l’11% all’anno, a partire dal 2014. A titolo di confronto, in Italia tale valore nel 2018 ha superato il 16%, e non siamo certamente un paese all’avanguardia in questo campo, con le attese stimate per il 2019 di 31,5 miliardi di euro di vendite.
Le cose cambiano però quando si guarda ai valori assoluti: oggi la Germania è seconda solo al Regno Unito (la “punta di lancia” europea del comparto) per ricavi delle vendite online B2C. Un dato su cui non c’è disaccordo tra i rilevatori: ad esempio la ricerca “Cross-Border Commerce Europe” fissa a 98 miliardi di euro tale valore per il paese tedesco, ben alla spalle di UK, prima con 165 miliardi di vendite, ma abbondantemente davanti alla Francia, che si colloca al terzo posto con 84 miliardi.
Pur nella differenza di un fattore 10 nelle cifre, la situazione è sempre molto favorevole all’eCommerce se rapportata con quello che sta accadendo nel retail tradizionale. Secondo GFK, infatti, il volume dei ricavi del commercio “brick & mortar” raggiunge nel 2019 i 423 miliardi di euro, con 3,4 miliardi in più e un +0,8% sull’anno precedente, come percentuale di crescita.
Per contrasto, la Handelsveband Deutschland (HDE) ha valutato in 9,1% lo sviluppo nel 2018 dell’eCommerce, per un volume di vendite retail di 57.8 miliardi. Un incremento legato sia al fatto che i consumatori digitale spendono di più dei loro omologhi tradizionali, sia all’aumento assoluto dei clienti online: la HDE calcola che la spesa pro-capite sia incrementatasi del 7%, mentre il numero degli acquirenti si va diffondendo anche tra coloro che, per età in primis, erano in precedenza rimasti esclusi da questo mercato.
In particolare la società segnala la rilevante crescita degli ultrasessantenni, che mettono a segno un notevole +11%. Un andamento che andrà, con il tempo, a correggere la distorsione demografica che affligge la Germania (e in generale tutti i paesi occidentali). Ma questo non succerà presto. Secondo una ricerca di Picodi, una piattaforma online, meno di un quarto degli online shoppers attuali sono ultraquarantacinquenni o di età superiore. “Man mano che invecchieranno tutti quelli che son abituati ad acquistare online, lo scenario è gradualmente destinato a mutare”, osserva il già citato report di NordPost. Ad esempio gli attuali 25-34 enni fanno i loro acquisti online per il 36%, e questa loro percentuale cresce anno dopo anno. Un consistente “esercito di riserva” su cui contare, parrebbe. Ma attenzione a proiettare nel futuro gli andamenti attuali. Certamente l’eCommerce ne trarrà beneficio, ma probabilmente quella attuale sarà l’ultima generazione di ultrasessantenni che avrà a disposizione una agiatezza economica generalizzata.