Secondo i dati emersi dall’ultimo Global Shopping Survey di MarkMonitor il 45% dei consumatori a livello globale è preoccupato di acquistare involontariamente un prodotto falso e a un terzo di questi è capitato effettivamente di cadere vittima dei truffatori online. Un tema sensibile, destinato a rafforzarsi con l’espandersi di questa modalità di acquisto.
“Il settore del retail è in un costante stato di cambiamento”, commenta Ilaria Gironi (nella foto), Regional Manager, MarkMonitor, “e oggi i brand non si trovano più solamente gli uni con gli altri ma devono anche confrontarsi con i giganti dell’e-commerce e condividere una fetta importante del mercato omnicanale del retail, con l’obiettivo di attrarre e fidelizzare i clienti. Per i retailer che possiedono uno store fisico la costante crescita negli ultimi anni dello shopping online ha comportato maggiori difficoltà per rimanere competitivi sul mercato, dovendosi scontrare con la semplicità dell’esperienza di acquisto sui siti internet o i marketplace online. Una tendenza confermata anche dai dati raccolti durante la nostra ricerca. Il 22% degli intervistati a livello globale ha infatti confermato di utilizzare l’eCommerce per il 26-50% del proprio shopping (esclusa la spesa alimentare) e il 20% ha dichiarato effettuare online tra il 75 e il 100% di tutti gli acquisti”.
Quali insidie nasconde il mondo dell’e-commerce per un retailer che decide di approcciarsi in questo mondo?
I retailer stanno facendo un gran lavoro per migliorare la propria offerta online, tramite un approccio omnicanale. Internet rappresenta una grande opportunità per questi player ma, come spesso accade, non sono gli unici a sfruttarla. Così come il web può essere usato per promuovere e vendere prodotti legittimi, allo stesso modo contraffattori, truffatori e criminali informatici possono utilizzarlo per diffondere merci false.
Quali sono le reali conseguenze della contraffazione in questo mercato?
Spesso la contraffazione viene percepita come un crimine minore, innocuo e senza vittime, ma la realtà è che ha conseguenze di vasta portata che influenzano negativamente brand, consumatori e l’economia in generale. Dal punto di vista dei brand, vi è la perdita di entrate, danni alla reputazione e alla fiducia sia dei clienti che del mercato. Dal lato consumatori molti di loro vengono ingannati e indotti ad acquistare dei prodotti contraffatti. Ciò rappresenta non soltanto una perdita di denaro, ma anche un rischio per la salute quando a essere contraffatti sono medicinali, prodotti cosmetici e giocattoli. Al giorno d’oggi infatti la contraffazione non riguarda più solamente i beni di lusso, ma affligge qualunque settore.
Che cosa devono fare i brand?
Il nostro report rivela che la maggior parte dei consumatori non acquista un prodotto falso intenzionalmente. Questo fatto dimostra l’importanza per i brand di attuare una strategia di protezione online completa, che metta al centro il consumatore e che copra tutti i canali. Questo implica da una parte l’educazione dei propri clienti su come acquistare online in sicurezza evitando truffe, dall’altra la concentrazione dei propri sforzi laddove i consumatori hanno più probabilità di imbattersi in prodotti contraffatti, come inserzioni sui motori di ricerca, marketplace e social media.