Italiani, tedeschi, austriaci, francesi, belgi, inglesi, svizzeri e americani: crescono i turisti provenienti da tutto il mondo che amano visitare il Belpaese in sella a una bicicletta. Quello del cicloturismo è un trend in crescita, fotografato puntualmente nell’ultimo rapporto Isnart-Unioncamere e Legambiente: dal 2013 al 2018 le presenze delle persone che viaggiano in bicicletta sono aumentate del 41%.
Un valore enorme che ha spinto in questi anni regioni e città ad attrezzarsi proprio per rispondere alle esigenze in aumento dei viaggiatori che percorrono le ciclovie italiane e si aspettano di trovare servizi e percorsi adeguati. Anche le strutture ricettive si stanno adeguando e proprio per conoscere l’entità del fenomeno Italia Destinazione Digitale ha voluto indagare il mondo dei bike hotel italiani utilizzando i dati e le analisi di Travel Appeal elaborati sulla base delle recensioni online di oltre 190.000 strutture.
Dal report emerge chiaramente che le possibilità di crescita sono ancora enormi: in Italia le strutture che offrono servizi dedicati agli amanti delle due ruote infatti sono appena il 34% sul totale. Resort e campeggi, questi ultimi con un certo distacco risultano le tipologie di strutture più adatte ai ciclisti. I servizi offerti riguardano in particolare la disponibilità di bici in affitto (58%) o gratuite (22%). Solo nel 15% dei casi vengono offerti tour guidati in bici a pagamento.
Altro dato interessante riguarda la concentrazione dei bike friendly hotel sul territorio, che non è legata esclusivamente alla presenza di un particolare contesto naturalistico o alla maggiore disponibilità di piste ciclabili, ma dipende in maniera significativa dall’impegno messo in campo dalle regioni che hanno investito e creduto di più in questo prodotto per attirare una nuova fetta di turisti e incentivare un turismo slow e rispettoso dell’ambiente, motivate da un settore che conta 77,6 milioni di turisti, pari all’8,4% dell’intero movimento turistico in Italia. L’apporto economico del cicloturismo – che Legambiente e Isnart ribattezzano come PIB, Prodotto Interno Bici – si attesta infatti sui 7,6 miliardi di euro annui, che diventano 12 se consideriamo il mondo delle due ruote nella sua interezza.