L’ e-commerce B2c in Italia cresce e l’Osservatorio e-commerce B2C, promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano e da Netcomm, ne evidenzia lo sviluppo in settori centrali del made in Italy, in particolare l’Abbigliamento, seguito da Beauty, Arredamento e Home Living, anche se la penetrazione sul totale Retail è ancora limitata. L’Abbigliamento online, in particolare, raggiunge un tasso di penetrazione del 9%, confermandosi come uno dei settori più maturi dell’e-commerce B2c italiano.

La domanda di e-commerce B2C nel settore abbigliamento per device
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Fonte: Politecnico di Milano, School of Management – Consorzio Netcomm

È interessante osservare come, in molti settori e in particolare in questo, il mobile sia diventato nel 2018 il primo canale di generazione della domanda e-commerce B2c nei settori evidenziati, con un progressivo declino degli acquisti via desktop a vantaggio di quelli in–app.

Rilevante è anche il ruolo delle nuove tecnologie; Roberto Liscia, Presidente di Netcomm, evidenzia come sia importante per le aziende online rendere sempre più mirata l’esperienza di acquisto dei consumatori. Grandi fornitori di soluzioni e start-up si affiancano sempre più spesso alle imprese per aiutarle a trarre profitti dalla rivoluzione digitale: il primo passo è conoscere il cliente, intercettarne gusti e preferenze su tutti i touchpoint, sia fisici che digitali, per poi personalizzare le proposte.

Stefano Ricci, brand fashion italiano con oltre 70 negozi nel mondo, utilizza una piattaforma di CRM basata su Microsoft Dynamics 365 e Power NBA, una soluzione sviluppata dalla società italiana SB Soft che permette di anticipare i desideri dei consumatori sia online sia offline: durante la navigazione sul sito l’utente viene riconosciuto per offrire i consigli più opportuni.

Nata in Italia nel 2015, anche Predixit fornisce alle aziende che non sono in grado di farlo autonomamente gli strumenti per offrire ai consumatori che accedono ai loro siti e-commerce esperienze personalizzate simili a quelle delle grandi piattaforme specializzate; ai clienti, seguiti nelle loro ricerche e acquisti, vengono mostrati, in modo via via più preciso grazie all’adozione di AI e machine learning, articoli, colori, taglie e marchi di loro interesse.

La personalizzazione della navigazione è solo uno degli aspetti in cui nuove tecnologie aiutano la crescita e i profitti dell’e-commerce. Anche gli altri ambiti, dal design alla logistica, traggono importanti vantaggi.

Nei suoi laboratori di San Francisco, Amazon ha sviluppato un algoritmo in grado di disegnare i capi di abbigliamento: il software si basa sulla raccolta di una quantità enorme di dati, immagini, testi o suoni, per poi fornire un modello in grado di generare dati simili. I dati vengono tratti da varie fonti, inclusi i post sui social media, per identificare le ultime tendenze della moda e metterle velocemente in produzione.

Predit una startup del gruppo Techedge che realizza modelli predittivi basati su MLcon specializzazione in ambito Fashion&Retail, propone soluzioni cloud-native che puntano a fornire a designer e merchandise planners la possibilità di ottimizzare il catalogo sulla base dei dati storici (ordini, resi, invenduto), incrociati con le caratteristiche dei prodotti in magazzino: diventa così possibile prevedere il potenziale di vendita degli articoli, anche quelli mai prodotti prima, razionalizzarne le varianti, individuare le categorie più a rischio di cancellazioni degli ordini e resi.

Soluzioni dedicate ottimizzano le consegne e i trasporti, consentendo per esempio la modalità ship-from-store. È il caso di OneStock, fondata nel 2015 e oggi presente in 15 paesi, che consente ai retailer di vendere da ogni punto di contatto e dispositivo l’intera gamma di prodotti, indipendentemente dalla loro posizione effettiva. Gli articoli acquistati vengono spediti dai punti vendita: speciali algoritmi consentono di evadere gli ordini in modo da ottimizzare i costi di spedizione e i tempi di consegna. Tra i suoi clienti, Imperial, rivenditore omnicanale, con 3 marchi, oltre 75 negozi e 1500 distributori multimarca, ha migliorato del 100% il suo fatturato online e del 25% la disponibilità di prodotti.

L’Abbigliamento, soprattutto di lusso, è anche il settore con i migliori risultati di export online, canale che ancora stenta a decollare, nonostante l’interesse diffuso per il Made in Italy, a causa di diversi fattori, tra cui le alte complessità operative e legislative.

Infine, la recente espansione del Social commerce, in particolare attraverso Instagram e Pinterest, non potrà che dare ulteriore impulso alla vendita online, in Italia e all’estero, di abbigliamento e accessori.