Nike ha interrotto l’accordo di vendita attraverso Amazon, stretto nel 2017, per puntare all’e-commerce diretto. “Nell’ambito degli sforzi di Nike per migliorare l’esperienza del consumatore attraverso relazioni dirette e personali, abbiamo deciso di porre fine alla nostra esperienza pilota con Amazon Retail – ha comunicato un portavoce del Gruppo -. Continueremo a investire in partnership forti e distintive per Nike con altri retailer e piattaforme per servire al meglio i nostri consumatori a livello globale.”

Nike continuerà invece a utilizzare l’hosting cloud di Amazon Web Services per i servizi del sito Nike.com.

Rispondendo a chi si chiede se presto altri partner di Amazon seguiranno l’esempio di Nike, Neil Saunders, analista di GlobalData Retail, afferma: “Nike ha un’enorme portata e i suoi prodotti sono molto richiesti, quindi può permettersi di essere selettiva su dove i suoi prodotti sono distribuiti. Non credo che molti altri marchi possano essere selettivi quanto Nike”.

La notizia del divorzio da Amazon arriva a un mese di distanza dalla scelta di Nike di tagliare i rivenditori indipendenti a vantaggio dei propri margini. “Il loro modo di gestire lo stock non è più in linea con la strategia distributiva di Nike”, sarebbe la motivazione fornita dal gruppo, che, si ritiene, potenzierà le attività del sito e-commerce e degli store Nike.

Secondo la stampa Usa, a voler rivedere la strategia di vendita sarebbe il nuovo CEO John Donahoe, ex numero uno di eBay, che subentrerà nel 2020 a Mark Parker, già destinato a diventare Presidente esecutivo.

Nike, il cui anno fiscale va da giugno a maggio, ha chiuso il primo trimestre con utili e ricavi in aumento, grazie in particolare alla performance della Cina. Nei tre mesi chiusi il 31 agosto scorso, il colosso dell’abbigliamento sportivo ha registrato una crescita dei profitti del 25% a 1,37 miliardi di dollari (circa 1,24 miliardi di euro). I ricavi trimestrali sono cresciuti del 7% a 10,66 miliardi, oltre le attese degli analisti.