IL Digital Economy and Society Index (DESI) è un indice composto che considera tutte le variabili rilevanti per valutare la digital performance dell’Europa e traccia l’evoluzione degli stati membri dell’Unione nell’ambito della competitività digitale.

Le variabili considerate dal DESI sono

  1. Connettività: Sviluppo e prezzi delle bande fisse e mobile
  2. Risorse umane: Formazione digitale e Skills
  3. Adozione di Internet
  4. Integrazione della Digital Technology nelle imprese
  5. Servizi pubblici digitali

“Negli ultimi anni, gli stati dell’EU hanno migliorato le loro performance digitali. Finlandia, Svezia, Paesi Bassi e Danimarca hanno gli indici più alti del DESI 2019 e sono tra i leader globali della digitalizzazione – riporta il documento ufficiale del DESI 2019 – seguono UK, Lussemburgo, Irlanda, Estonia e Belgio. Altri stati invece hanno ancora un lungo cammino da percorrere, e la EU nel suo insieme deve migliorare per competere a livello mondiale”.

Il livello di integrazione della Digital Technology nelle imprese, che misura quindi gli investimenti effettuati dalle aziende in nuove tecnologie digitali, vede l’Italia nelle ultime posizioni.

Come altri studi già pubblicati, anche il DESI conferma che il livello di adozione di tecnologie digitali varia in base alla dimensione delle aziende: è alto nelle grandi imprese e si riduce al decrescere delle loro dimensioni.

Tra le tecnologie più recenti, risulta che oltre il 12% delle imprese analizza i big data; in questo ambito, troviamo Malta in testa alla classifica, col 25%, mentre l’Italia è negli ultimi posti.

Il 26.2 % delle imprese investe invece in cloud computing services: la Finlandia ha i risultati migliori, col 50% delle imprese già convertite al Cloud, mentre l’Italia non arriva al 15%.

Interessanti i dati sulla robotica: qui i livelli sono mediamente bassi in tutta Europa, con l’adozione di robots in applicazioni industriali e nei servizi da parte del 6.7 % di tutte le imprese; anche in questo caso sono le industrie di grandi dimensioni a passare per prime all’automazione. I valori medi vedono finalmente l’Italia nelle prime posizioni, con percentuali di automazione superiori alla media europea.

L’e-commerce cresce lentamente: solo il 20 % delle imprese vende sul web. La percentuale delle imprese che sfrutta l’opportunità dell’e-commerce B2C, (con vendite online superiori all’1% del totale e vendite online B2C superiori al 10% del le vendite online complessive) spazia dal 2.2 % in UK al 18.2 % in Irlanda, anche se in tutti gli stati membri i dati sono in crescita rispetto al 2017.

Le vendite online avvengono attraverso website proprietari o app (87%) o marketplace (40%). La vendita attraverso marketplace è l’opzione preferita in Italia (64%), Cipro e Polonia. La percentuale del giro d’affari ottenuto dalle imprese attraverso siti propri e App è generalmente superiore rispetto a chi vende attraverso marketplaces.