Si è chiuso recentemente un accordo storico: Apple, Amazon, Google si sono alleati per creare uno standard unico nella tecnologia destinata alla domotica.
Importanti sono non solo i nomi coinvolti, concorrenti in questo settore, ma anche le ricadute sugli utenti: avere un unico standard significa cancellare la frammentarietà che finora ha contraddistinto la domotica. Gli assistenti vocali Siri, Alexa e Google Assistant infatti sono compatibili solo con alcuni prodotti e ogni produttore deve scegliere da che parte schierarsi, se fare entrare ogni oggetto dotato di connessione intelligente nell’ecosistema Amazon, Google o Apple. Dalla parte del consumatore, avere un iPhone significa poter accedere solo ad alcuni prodotti così come scegliere Google Home o Amazon Echo.
Questa netta divisione dei servizi ha rallentato parecchio la diffusione della domotica ma con l’alleanza denominata Project Connected Home over IP tutto dovrebbe diventare molto più semplice. Oltre ai tre grandi della casa connessa infatti ci sono produttori riuniti nella Zigbee Alliance, aziende come Ikea, Samsung SmartThings, Schneider Electric, Legrand, Signify (ex Philips Lighting) e Somfy, mentre il protocollo, che dovrebbe diventare operativo verso la fine dell’anno, sarà open source, cioè tutti potranno realizzare prodotti compatibili con i tre assistenti più diffusi. Inoltre, lavorare insieme permetterà di evitare più facilmente eventuali intrusioni nei sistemi. Si ritiene che la Project Connected Home over IP potrebbe dare una spinta a questo mercato, con una crescita stimata del 14,4 per cento l’anno, fino e arrivare a 1,4 miliardi di unità nel 2023.