«Capiamo che chi ci critica è arrabbiato per la retorica di fuoco di Trump sulla nostra e sulle altre piattaforme e ci vorrebbe più aggressivi nella rimozione delle sue dichiarazioni. Da ex politico, so bene che l’unico modo per obbligare i potenti a rispondere è attraverso il voto. Ecco perché vogliamo usare la nostra piattaforma per dare la possibilità a chi deve votare di decidere in autonomia, il giorno delle elezioni». Questo è il passaggio più importante della lettera aperta di Nick Clegg, vice presidente degli affari globali e della comunicazione di Facebook.
Nonostante il numero crescente di aziende che ha annunciato di voler ritirare sospendere la pubblicità sul social network per prendere le distanze dalla diffusione di contenuti d’odio, Facebook sembra non volere cambiare approccio. Secondo quanto detto da Clegg, la piattaforma continuerà a considerare le dichiarazioni di Trump semplici notizie e a diffondere informazioni pratiche sul voto. Recentemente, Mark Zuckerberg ha aperto all’etichettatura di post, anche dei politici, che violano le regole del social ma ha anche ammesso che le situazioni dubbie si verificano «una manciata di volte all’anno» e di continuare a pensare che «le persone dovrebbero generalmente essere in grado di ascoltare i politici autonomamente sulle nostre piattaforme» come accade per i notiziari in tv.
«Con così tanti contenuti pubblicati ogni giorno, sradicare l’odio è come cercare un ago in un pagliaio», aggiunge Clegg nella lettera, non sembra cioè essere possibile controllare tempestivamente i più di 100 miliardi di messaggi quotidiani, senza errori. «Stiamo facendo progressi» ha scritto Clegg, sottolineando che, secondo un recente rapporto della Commissione europea, Facebook ha analizzato il 95,7% dei discordi d’odio in meno di 24 ore. Il social sostiene di aver eliminato quasi il 90 per cento dell’hate speech prima che qualcuno lo abbia letto. «Forse non riusciremo mai a impedire del tutto che l’odio circoli su Facebook, ma stiamo migliorando», ha chiarito Clegg.