Nel 2020 gli acquisti online di prodotto dei consumatori italiani varranno 22,7 mld di euro, con una crescita annua del +26%, 4,7 mld in più rispetto al 2019. In seguito al lockdown, in cui l’e-commerce ha rappresentato il principale motore di generazione dei consumi, cresceranno sopra la media il Food&Grocery (2,5 mld di euro, +56%), l’Arredamento&home living (2,3 mld, +30%) e una serie di altre nicchie di mercato come il Pharma, il Beauty e lo Sport&fitness. I settori più maturi crescono ancora, ma sotto alla media di mercato: nel 2020 l’Informatica ed elettronica di consumo vale 6 mld di euro (+18%), l’Abbigliamento 3,9 mld (+21%) e l’Editoria 1,2 mld (+16%). Nel 2020 l’incidenza dell’e-commerce B2c sul totale vendite Retail passa dal 6% all’8%. La crescita dei web shopper (+2 mln nel 2020) verificatasi durante il lockdown, la maggior dimestichezza e fiducia nell’online e nei pagamenti digitali stanno generando un effetto positivo nello sviluppo dell’e-commerce.
Questi dati emergono dalla ricerca dell‘Osservatorio e-commerce B2c promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano e da Netcomm, Consorzio del Commercio Elettronico Italiano, presentata via streaming in occasione dell’evento “E-commerce e Retail: verso modelli più integrati”.
“Durante l’emergenza, sono tante le domande che ci siamo posti sugli effetti e sulle mutazioni che stanno interessando il mondo del commercio – dichiara Riccardo Mangiaracina, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio; – tra le poche certezze, ci sono la vicinanza che i canali online e fisico stanno dimostrando con forza e il ruolo indispensabile che l’e-commerce sta svolgendo per la ripresa del commercio e dei consumi, certificati dai continui investimenti in atto per potenziare il canale digitale o per favorire modalità di vendita fondate sull’integrazione tra esperienze online e offline (come click&collect, drive&collect, ordini online in store). L’e-commerce, dopo essere stato per anni un canale secondario, ha acquisito un ruolo determinante nella riprogettazione delle strategie di vendita e di interazione con i consumatori”.
“Lato offerta, lo sforzo encomiabile messo in campo da diversi attori non verrà vanificato: a crisi finita rimarranno gli investimenti in tecnologia, l’ottimizzazione dei processi per gestire al meglio non solo quella domanda ‘straordinaria’, ma anche un futuro in cui il digitale sarà sempre più fondamentale – dichiara Valentina Pontiggia, Direttore dell’Osservatorio.”.
“I modelli di consumo stanno cambiando e il percorso verso l’ominicanalità è oggi, più che mai, in forte accelerazione. La direzione del nuovo e-commerce sarà sempre più glocal, offrendo nuove strade per rafforzare il ruolo storico delle comunità locali e della collettività dei centri abitati – aggiunge Roberto Liscia, Presidente di Netcomm. – Dall’inizio della crisi sanitaria, infatti, un modello che ha preso piede nel nostro Paese è il proximity commerce, che permette l’integrazione tra i grandi player del commercio elettronico e i piccoli negozianti, i quali, grazie alla logistica e alle piattaforme di delivery, possono raggiungere i clienti residenti nelle zone limitrofe. Tecnologia, gestione in piattaforma dell’offerta e capillarizzazione della rete logistica sono il mix per rendere vincente il modello dell’e-commerce di prossimità. Grazie al digitale, infatti, i negozi di un territorio possono fare sistema fino a organizzarsi in un micro-marketplace locale, raccogliendo in un’unica piattaforma l’offerta dei commercianti non solo per soddisfare la domanda del bacino di utenza locale, ma anche per favorire un ampliamento dei propri confini, fino all’esportazione dei prodotti.”