L’edizione autunnale digitale di Netcomm Forum Live – From Fashion Re-design to Food-revolution, organizzata in collaborazione con NetStyle e TUTTOFOOD Milano, ha registrato 12.450 accessi, oltre 4.700 visitatori unici, 6.742 presenze alle sessioni workshop e un tempo medio di connessione degli utenti di 236 minuti. Protagonisti delle due giornate sono stati il Fashion & Lifestyle e il Food & Grocery.
Roberto Liscia, Presidente di Netcomm, ha presentato gli ultimi dati sui consumi digitali in Italia.
L’accelerazione
impressa dalla pandemia all’e-commerce non si è arrestata anche
dopo il lockdown. Il periodo successivo, in particolare, ha visto
crescere la frequenza all’acquisto online da parte degli utenti del
79%. La consegna contactless, a casa come in ufficio, resta
ancora quella preferita da oltre il 93% degli utenti, mentre appare
meno probabile una ripresa nel breve termine della frequenza del
ritiro dei prodotti fuori casa. Complessivamente i volumi di
transazioni online negli ultimi 12 mesi sono cresciuti del 15,4%, con
la richiesta di prodotto aumentata del 10%. Uno
scenario che ha visto alcuni servizi di e-commerce gestire una
domanda 10 volte superiore nella fase Covid, generando nel 25% dei
casi problemi nella logistica, con carenza di prodotti disponibili
(26%) e un 18% di casi in cui non è stato possibile recapitare la
merce. “Il consolidamento di abitudini di consumo sempre più
ibride, tra canali fisici e digitali, insieme alla tendenza a
preferire modalità di acquisto e di pagamento contactless, mette di
fronte le imprese italiane alla necessaria implementazione di
tecnologie – commenta Liscia. – Tra i principali ostacoli legati allo
sviluppo dell’e-commerce da parte di retailer medio-piccoli si
trovano problemi legati ai costi troppo elevati di gestione (32%),
difficoltà nel gestire la logistica (28%) e mancanza di competenze
in materia di e-commerce (28%).” Per quanto riguarda invece il
ricorso ai marketplace, gli elementi critici vedono al 34% la non
convenienza rispetto al posizionamento del prezzo, problemi legati
alla gestione della logistica e commissioni sulle tassazioni molto
elevate: “L’integrazione delle tecnologie digitali da parte delle
imprese italiane è ancora lontana dalla media europea – continua
Liscia. – È necessario sfruttare e dare valore allo sforzo che il
Sistema Italia dovrà fare a livello di investimenti orientati alle
infrastrutture digitali.”
Nonostante alcune difficoltà,
dovute a un’improvvisa crescita della domanda, il tasso di
soddisfazione dell’esperienza di acquisto è rimasto elevato, anzi,
con un incremento sia nel periodo del lockdown che in quello attuale:
a settembre si è registrato un gradimento da parte dei consumatori
online dell’8,5 in una scala da 1 a 10.
Anche i pagamenti diventano contactless: già durante il lockdown molti negozi di vicinato hanno aumentato l’uso dei pagamenti digitali, per assicurare il distanziamento fisico. Carte di credito, prepagate e bancomat sono usate più di prima da circa il 15-19% degli acquirenti, così come buoni sconto digitali (14% circa) e app su smartphone (14,7%), mentre il contante è utilizzato da quasi il 30%.
Il cambiamento nelle abitudini di acquisto e pagamento vede ora il 53% degli e-shopper chiedere ai negozi tradizionali di quartiere di sfruttare questo momento per cambiare in maniera permanente, adottando nuove forme di vendita e di dialogo, procedendo all’integrazione dei canali digitali e fisici ed eliminando il contante. Il 49% degli utenti vorrebbe infatti ordinare i prodotti a distanza e riceverli direttamente a casa; il 43% ritirare rapidamente nello store la merce comprata online e il 33% pagare solo con carte/smartphone.