Dopo un anno particolare, la deliverability delle mail continua a rimanere un asset fondamentale per tutti i marketer. Come assicurarsi che le campagne e-mail arrivino con successo a destinazione?
La deliverability, ovvero la capacità di fare arrivare i messaggi nella casella di posta dei propri clienti, non è un argomento da sottovalutare poiché contribuisce ad aumentare le possibilità di conversione delle campagne su tutti i canali. 4 utenti Internet su 10 accedono a un sito e-commerce o entrano in negozio per fare acquisti dopo avere ricevuto un’e-mail: è quindi fondamentale assicurarsi che le campagne arrivino effettivamente a destinazione.
Indipendentemente dal canale di comunicazione scelto, la deliverability è un punto tattico per i marketer. Un basso tasso di consegna indica un certo livello di dati errati e una cattiva gestione del database.
Splio ha appena pubblicato un Calendario dell’Avvento interattivo proprio su questo argomento, illustrando le 25 best practices da mettere in atto per essere certi che le proprie e-mail arrivino nella casella di posta elettronica di clienti e prospect, vengano aperte, ottengano l’effetto atteso.
Eccone, per esempio, alcune.
La reputazione si costruisce di giorno in giorno. Ogni invio può influenzare positivamente o negativamente presso chi lo riceve la reputazione del mittente, che potrebbe cambiare dall’oggi al domani.
Invia meno per inviare meglio. Qualunque sia il canale usato, si deve mantenere un certo equilibrio, poiché un’eccessiva pressione marketing può essere controproducente sia per l’engagement che per la reputazione.
L’oggetto è importante: per favorire l’apertura delle e-mail, è utile mettere in evidenza nell’oggetto un aspetto chiave del contenuto ed evitare le spam words.
Per conoscere tutte le best practise, non rimane che collegarsi al Calendario dell’Avvento interattivo.