L’uscita del Regno Unito dall’Unione europea genererà grandi cambiamenti anche nel settore dell’e-commerce. Quello britannico attualmente è il più grande mercato online in Europa, nonché il terzo al mondo, e ha contribuito in modo significativo al successo dell’industria europea delle vendite online. In caso di Brexit con il «no deal» gli scambi commerciali tra le due sponde della Manica saranno disciplinati secondo i termini stabiliti dall’Organizzazione mondiale del commercio, che prevedono dazi e controlli alla frontiera. I dazi si applicheranno però solo alle transizioni che superano le 135 sterline (147 euro) e questo salvaguarda una fetta considerevole di flussi di merce tra le due aree.
In tutti gli altri casi comprare un prodotto proveniente dal Regno Unito equivarrà ad acquistare beni provenienti dagli Stati Uniti o dalla Cina.
“La situazione è dinamica e non sappiamo ancora come si configurerà, però ci sarà sicuramente un impatto negativo – spiega Roberto Liscia, presidente di Netcomm – anche perché l’Inghilterra è un Paese interessato a molti prodotti italiani. Inoltre i prodotti extra-Ue importati in Europa non potranno più essere rivenduti in Inghilterra: questo potrebbe penalizzare gli operatori italiani di import-export”.
In caso di «hard Brexit» potrebbero esserci delle difficoltà anche sui tempi di spedizione, che saranno più lunghi, e nella gestione dei resi, che potrebbe diventare più costosa.