Il nuovo rapporto Coop, realizzato in collaborazione con Nomisma, indaga sulle aspettative degli italiani nel 2021 e le loro intenzioni di spesa, evidenziando in primo luogo due elementi importanti: da un lato il basso ottimismo sulla ripresa economica, percepita come lontana, dall’altro l’intenzione di vaccinarsi con sette consumatori su dieci convinti, e due che nutrono qualche dubbio ma che probabilmente alla fine lo faranno.

Per quanto riguarda le previsioni di spesa, a calare saranno in primo luogo i trasporti pubblici, ma pesanti tagli riguarderanno anche l’abbigliamento, le calzature, gli abbonamenti e la pay tv, per timore della riduzione dei redditi.

Molti hanno intenzione di tornare alla socialità in presenza (musei, cinema) ed esprimono voglia di compresenza fisica non solo virtuale: più di uno su tre sogna serate in compagnia, mentre sembrano superati i comportamenti orientati al riconoscimento sociale, come l’acquisto di abiti di alta moda, le visite ai grandi centri commerciali e le discoteche.

La casa rimane uno dei caposaldi nel post-Covid; un italiano su 5 sogna la domotica, quasi 4 su 10 ragionano su ristrutturazioni o efficientamento energetico, mentre ai primi posti nella lista dei desideri compaiono anche le spese per rinnovare l’arredamento, i grandi elettrodomestici (lavatrice, lavastoviglie…) e persino i robot da cucina. Quasi un italiano su 2, inoltre, nel 2021 investirà su un nuovo smartphone, tablet, pc, smart tv; i pagamenti on line, l’e-grocery e il delivery saranno sempre più frequenti, confermando il trend avviato durante il lockdown.

Il cibo sulla tavola degli italiani è prima di tutto sostenibile, preferibilmente di produzione locale e di filiera controllata; compare anche il principio della giusta remunerazione per i vari attori della filiera. Lo “slow cooking”, ossia l’acquisto di più ingredienti di base e meno piatti pronti che ha dominato nel 2020, continua a rafforzarsi, aiutando gli italiani a spendere meno e a mangiare in modo più sano: quello del 2021 sarà per molti un cibo sobrio (se per il 71% del campione questa voce di spesa rimarrà stabile, un 15% intende risparmiare).