Secondo uno studio di Agcom, l’Autorità garante delle comunicazioni, l’Italia è uno tra i paesi che, nel corso degli ultimi anni, ha registrato il maggiore sviluppo delle reti di locker: a ottobre 2020 sul territorio nazionale ne erano presenti oltre 2.500. La rete attuale, però, è quasi esclusiva di Amazon. Ci sono in Italia reti di locker appartenenti a tre operatori e quella di Amazon Italia Transport (AIT), attiva dal 2016, è costituita da circa 2.150 locker utilizzati solo da AIT e dagli altri fornitori di servizi di consegna per Amazon. La rete “aperta” dell’operatore InPost, attiva in Italia dal 2014, è costituita da circa 350 locker distribuiti in prevalenza nelle città metropolitane, in particolare Milano e Roma. Infine, c’è la piccola rete di Poste Italiane, composta da circa 50 locker. Fuori dalle aree metropolitane e soprattutto al Sud è complicato usare i locker. “In sintesi, solo circa 7 milioni di abitanti (corrispondenti al 12% della popolazione italiana) dispongono di un locker entro il raggio di 500 metri. Se si considera il raggio di 1 km la percentuale di popolazione sale al 28% mentre se si considera il raggio di 2 km la percentuale sale al 46%” si legge nello studio.

Per potenziare la rete Agcom sostiene alcune proposte. TIM suggerisce la riconversione di parte delle cabine di telefonia pubblica in locker: le postazioni di telefonia pubblica (PTP) attualmente presenti in Italia sono circa 37.500; di queste, circa 16.000 sono postazioni stradali e, secondo quanto dichiarato da TIM, quelle candidabili ad essere riconvertite in locker sono circa 5.000. Altra proposta è quella di M-dis, società di distribuzione di prodotti editoriali, che propone di valorizzare le oltre 4.000 edicole già abilitate al servizio di pick-up point con l’installazione di armadietti per le consegne. Agcom propone anche “una armonizzazione delle diverse disposizioni emanate dagli enti locali”, mentre” per ovviare al problema dell’eccessiva concentrazione dei locker nelle aree metropolitane, si potrebbe valutare se la dislocazione delle reti di locker nelle aree locali e non profittevoli possa essere inquadrata come servizio di interesse economico generale”.

Roberto Liscia, presidente di Netcomm, evidenzia che “l’Italia è ancora tra i Paesi con il tasso di consegna a casa più alti in Europa: l’88% delle consegne avvengono ancora a casa o in ufficio e solo l’11% in modalità di ricezione alternative. Da una recente ricerca di Netcomm, è emerso che tra i principali ostacoli allo sviluppo di un proprio e-commerce per i retailer medio-piccoli italiani siano proprio le difficoltà legate alla gestione dei problemi logistici. Se contiamo, poi, che l’Italia è uno dei Paesi con il minor numero di portieri per abitante, è evidente che le case con portineria stanno diventando luoghi di difficile gestione, a causa dell’intasamento causato dai prodotti acquistati online. Per questo, recepiamo con favore la consultazione pubblica di Agcom e siamo pronti a supportare le autorità nell’individuazione di possibili soluzioni che favoriscano l’utilizzo di questi impianti da parte di più operatori della logistica e più merchant, fino a rendere i locker veri e propri indirizzi virtuali del consumatore”.