Il ruolo dell’Intelligenza artificiale nell’industria 4.0 è fondamentale e deve essere focalizzato soprattutto nell’assistere in tempo reale le persone quando prendono decisioni a tutti i livelli, per migliorare i processi e, a parità di infrastrutture, ottimizzare i costi.
L’IA può quindi dare nuove possibilità all’uomo, facendo evolvere quella che chiamiamo “Industria 4.0”, dove il moltiplicarsi di macchine e di sensori connessi produce una crescente quantità di dati.
“Il tema è imparare a utilizzare in maniera più ‘moderna’ l’informatizzazione nella fabbrica digitale per avere dati puntuali, per esempio raccolti tramite dispositivi IoT, su quello che sta succedendo lungo la filiera produttiva, cosa che prima non era facilmente attuabile, proprio perché la gestione delle informazioni era del tutto analogica” afferma Ernesto Mininno, che, dopo una carriera come professore associato al Politecnico di Bari, è diventato co-fondatore, insieme con Giovanni Iacca, di Cyberdyne.
Le applicazioni di IA, alimentate dalla quantità crescente di informazioni di cui disponiamo, quindi, ci possono aiutare nei processi decisionali, in ogni settore: nel manifatturiero, ad esempio, potrebbero consentire a una multinazionale dell’Automotive di ottimizzare la pianificazione della produzione di componentistica, oppure a un’azienda del Fashion di organizzare il rapporto con i terzisti che devono confezionare gli abiti, gestendo l’arrivo delle materie prime e l’organizzazione del lavoro, fino alle consegne dei capi; nell’ambito dei servizi, possono ottimizzare l’approvvigionamento di contanti ai bancomat, risparmiando tempo e viaggi, oppure organizzare con maggiore efficacia la rotazione dei turni nei call center, trovando un equilibrio tra necessità di ridurre i costi e rispetto degli accordi sindacali che includono ferie e avvicendamenti. L’IA non fa dunque sparire posti di lavoro, come alcuni sostengono, ma al contrario serve a “potenziare” coloro che li occupano e ad aiutare una buona gestione delle risorse umane.