Pìù l’intelligenza artificiale e l’automazione entreranno nelle aziende, più crescerà la necessità di intelligenza emotiva, cioè di doti umane, come la consapevolezza sociale e la gestione delle relazioni. È quanto emerge da uno studio del Capgemini Research Institute “Emotional Intelligence, the Essential Skillset for the Age of AI”, realizzato intervistando, fra agosto e settembre 2019, un campione di 1.500 dipendenti d’azienda e 750 dirigenti. La ricerca conferma quindi che gli algoritmi di machine learning non renderanno inutile il pensiero umano, così come i robot non si sostituiranno al lavoro manuale qualificato.
Lo studio non nasconde che l’automazione e l’AI spaventano almeno una parte dei dipendenti d’azienda: tra i 1.500 intervistati, il 39% teme che le proprie competenze siano già diventate obsolete o che lo diventeranno nel giro di due o tre anni; la percentuale sale al 50% per i Millenials.
Entro i prossimi 5 anni l’EI si convertirà in un “must have” secondo il 61% dei dirigenti e il 41% dei dipendenti in ruoli non legati alla supervisione; emerge infatti che le aziende che effettuano investimenti per sviluppare capacità di intelligenza emotiva possono ottenere ritorni doppi o quadrupli su entrate, produttività, costi e abbandono del personale. Le realtà già dotate di una forza lavoro “emotivamente intelligente” stanno registrando concreti benefici (un incremento medio del 20%) in termini di produttività, soddisfazione dei dipendenti e quote di mercato conquistate.
Più di tre quarti dei manager ritiene che i dipendenti dovrebbero sviluppare competenze di intelligenza emotiva per adattarsi a ruoli lavorativi più orientati verso l’attenzione al cliente e a contatto con il pubblico. Il successo delle aziende dipenderà quindi anche da quanto saranno disposte a investire in questo tipo di formazione, visto che attualmente sono poche a farlo.
“Questa nuova ricerca dimostra che l’EI diventa sempre più necessaria man mano che le attività routinarie vengono automatizzate e che le aziende possono trarre benefici da un organico emotivamente intelligente- sostiene Andrea Falleni, Managing Director di Capgemini Business Unit Italy– L’esperienza delle aziende che hanno avuto maggior successo in quest’area dimostra che le imprese devono dare priorità all’EI durante il processo di recruiting, nella formazione e nella cultura aziendale, al fine di costruire un team resiliente in un mondo in costante cambiamento”.