Jack Ma si sarebbe offerto di cedere una parte di Ant Group al governo di Pechino, per salvare il progetto di quotazione alle borse di Shanghai e Hong Kong della finanziaria Ant del gruppo Alibaba, bloccato dalle autorità cinesi, pare per l’intervento diretto del presidente Xi Jinping. Questo è quanto emerge dalla fonte americana Dow Jones Newswires.
La notizia, non confermata dall’azienda, mostra un panorama politico in cui le priorità si sono spostate verso un maggiore controllo statale su società ritenute troppo grandi e potenti.
Dopo la sospensione della vendita di azioni di Ant per oltre 34 miliardi di dollari sono arrivate altre misure contro quella che viene definita “economia delle piattaforme”, ovvero le attività basate su Internet sostenute dalle grandi aziende tecnologiche. Secondo funzionari a conoscenza dei fatti, era stato lo stesso presidente Xi a ordinare personalmente alle autorità cinesi di indagare sui rischi rappresentati da Ant e a sospendere l’offerta pubblica iniziale della società, che sarebbe stata la più grande Ipo al mondo.
Il governo non avrebbe ancora deciso se accetterà l’offerta di Ma. Un piano in esame prevede di sottoporre Ant a normative più restrittive, mentre le banche statali o altri tipi di investitori statali acquisterebbero quote in Ant per aiutare a coprire qualsiasi potenziale carenza di capitale a seguito dell’introduzione di regole più restrittive.
“Lo stato cinese ha già nazionalizzato efficacemente alcune delle infrastrutture finanziarie costruite da Ant, come il sistema di pagamento interbancario che è diventato NetsUnion – ha commentato Martin Chorzempa, ricercatore presso il Peterson Institute for International Economics specializzato nel settore fintech cinese, riferendosi all’azienda ora controllata dalla banca centrale che supervisiona le transazioni tra banche e fornitori di servizi di pagamento di terze parti. – Quindi esiste un precedente per la nazionalizzazione delle piattaforme considerate utili per un fine politico”.
Negli ultimi anni il governo di Pechino ha mostrato attivismo nell’arginare i grandi conglomerati privati. Il Dalian Wanda Group del magnate immobiliare Wang Jianlin, ad esempio, è stato costretto a vendere beni, ridurre la propria attività e rifondere i prestiti bancari. Anbang Insurance Group, un’altra grande azienda privata, è stata rilevata dallo Stato, mentre il suo fondatore Wu Xiaohui è stato condannato a 18 anni di carcere per frode e appropriazione indebita nel 2018. Anche Hna Group, un conglomerato di compagnie aeree e hotel, ha dovuto ritirarsi dalle acquisizioni aggressive all’estero e vendere asset.
Fino a poco tempo fa, anche Ma aveva una reputazione di legami politici ben coltivati, ma dal 24 ottobre, quando ha tenuto un discorso che ha scatenato l’ira di Pechino, sostenendo che il governo soffocasse l’innovazione, non ha più fatto alcuna apparizione in pubblico.