Il mercato dell’Artificial Intelligence ha risposto bene all’emergenza sanitaria, segnando una crescita del 15% rispetto al 2019 e raggiungendo un valore di 300 milioni di euro. La spesa è trainata dalla componente dei software, che vale il 62% del mercato, i servizi valgono il 38%, marginale la componente hardware. I risultati emergono dall’ultima ricerca dell’Osservatorio Artificial Intelligence della School of Management del Politecnico di Milano.

La maggior parte degli investimenti è dedicata ai progetti di Intelligent Data Processing (33%), algoritmi per analizzare ed estrarre informazioni dai dati, mentre le iniziative che sono cresciute di più in termini di risorse sono chatbot e virtual assistant. Nonostante i problemi di budget dovuti alla pandemia siano stati una forte barriera alla diffusione di soluzioni di AI, queste sono ormai presenti nel 53% delle imprese medio-grandi italiane e sono cresciute le realtà che hanno in corso progetti pienamente operativi, passate dal 20% del 2019 all’attuale 40%.

“La crisi sanitaria non ha fermato l’innovazione e la crescita del mercato dell’AI – afferma Alessandro Piva, Direttore dell’Osservatorio AI – ma ne ha sicuramente orientato l’attenzione su alcune tipologie di progetti, accelerando ad esempio le iniziative di Forecasting (stima della domanda), Anomaly Detection (individuazione di frodi online), Object Detection (come il riconoscimento dei DPI nelle immagini) e ancora di più di Chatbot e i Virtual Assistant, spinti dallo spostamento online della relazione col cliente. È aumentata anche la maturità delle imprese, con una forte crescita dei progetti pienamente operativi”.

“La resilienza mostrata dal settore AI durante l’emergenza permette di guardare al 2021 con ottimismo, così come positivi sono gli sforzi a livello europeo per definire delle linee guida che regolamentino lo sviluppo di algoritmi di AI – conferma Nicola Gatti, Direttore dell’Osservatorio -. La Commissione Europea ha pubblicato un white paper che ha posto le basi per la tutela dei diritti dei consumatori, mentre lo scorso ottobre il Parlamento Europeo ha adottato tre risoluzioni che riguardano rispettivamente gli aspetti etici, il tema della responsabilità civile e i diritti di proprietà intellettuale relativi a robotica e AI. Non sono atti vincolanti, ma è una prima presa di coscienza del tema e una richiesta alla Commissione Europea di elaborare normative specifiche per disciplinare il settore”.