l Cibus Forum 2020, tenutosi a Parma all’inizio di settembre, ha dedicato particolare attenzione alle tematiche dell’agricoltura e della distribuzione.

Denis Pantini di Nomisma ha presentato una ricerca su come cambiano i comportamenti dei consumatori italiani nell’era post Covid e ha evidenziato che il sistema agroalimentare italiano “ha tenuto in piedi la baracca” in tutte le settimane del lockdown e della fase 2 post-emergenza: su questo comparto, pertanto, il sistema Made in Italy deve costruire l’intera ripartenza a livello internazionale”.

Pantini ha messo a confronto i principali sistemi agroalimentari europei, chiamati ad affrontare la sfida del new Green Deal insieme agli italiani. Un punto di forza comune è, secondo Nomisma, nel consenso dei consumatori verso i punti su cui l’Ue sta basando la sua strategia: prodotti di filiera, produzioni corte, possibilmente nazionali, biologico, riduzione/abbattimento della chimica di sintesi in ambito agricolo e nei prodotti finiti. La sostenibilità è vista dagli acquirenti quale valore premiante e, secondo Pantini, eventuali ritardi nel raggiungimento dei traguardi europei 2050 porteranno a sensibili riduzioni di quel vantaggio competitivo che il prodotto alimentare italiano vanta oggi a livello globale. Il principale vantaggio italiano è infatti nell’avere già sviluppato tutta una serie di riconversioni complesse (frutteti, orti, allevamenti) e nella predisposizione a lavorare su sistemi di filiera anche piccoli e a salvaguardia della biodiversità.

A Cibus Forum sono intervenuti anche numerosi rappresentanti della GDO; tra i temi affrontati, la necessità di individuare nuove forme di comunicazione al consumatore, superando il sistema delle promozioni, che spesso danneggiano il mercato, la digitalizzazione, l’internazionalizzazione e la promozione dei prodotti agroalimentari sui mercati esteri.

Una sessione, curata da Alessandro Perego, Politecnico di Milano, è stata dedicata a un progetto di sostenibilità e innovazione come risposta all’emergenza, con l’obiettivo di fornire un supporto alle imprese nell’attuale fase di transizione e accompagnarle verso modelli di business in linea con le prospettive future. Fondamentale l’ampliamento e il rafforzamento di una community internazionale di riferimento composta da aziende, esperti, analisti, investitori che porti all’attenzione delle istituzioni e del legislatore le esigenze di un approccio allo sviluppo sostenibile, concorra alla definizione degli standard di misurazione dei parametri di sostenibilità come opportunità di crescita e promuova la diffusione dell’innovazione. Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente della Fondazione UniVerde, ha dichiarato: “È importante il forte messaggio sulla priorità della sostenibilità ambientale arrivato dal mondo delle università e da importanti attori del settore delle imprese. L’agroalimentare italiano deve diventare leader in Europa per la sostenibilità, sia per quanto riguarda le modalità di produzione sia nella propensione a rivoluzionare il sistema degli imballaggi all’insegna di una vera bioeconomia circolare. Con questa capacità di coniugare innovazione e sostenibilità si può rilanciare l’occupazione e la qualità della vita nei nostri territori e nelle nostre stesse aziende”.